Carni alla griglia, quando la marinatura ti salva la vita
Che sia un barbecue o un caminetto la carne, in cucina, desidera una cosa sola: la brace. Salsicce, costine di maiale, hamburger, costate, arrosticini. E poi c’è lei, l’impareggiabile bistecca alla fiorentina. Ma c’è un “piccolo” problema: il consumo di carne (soprattutto rossa) alla brace, alla lunga, può rivelarsi dannoso per la salute. Una pessima notizia, certo, ma con essa arriva anche il rimedio, ed è uno di quelli insospettabili. Gli effetti negativi delle bruciature prodotte dalla brace possono infatti essere quasi del tutto neutralizzati da una procedura semplicissima: la marinatura. Il rischio è generato da due fattori principali. Primo, gli HCA: le carni rosse, di maiale, il pollame e anche il pesce, quando cotte ad alte temperature, convertono le proteine in ammine eterocicliche (HCA). Secondo fattore, i PAH (o Ipa), ossia gli idrocarburi policiclici aromatici che si trovano nel fumo: si formano, in particolare, quando il grasso e i succhi delle carni sgocciolano sulla brace. Il fumo che s’innalza da questo processo può aderire alla superficie della carne e contaminarla.
Sostanze nocive abbattute del 99%!
Aspettate, però, prima di buttare barbecue, camini, graticole e girarrosti. Questi effetti negativi, infatti, possono essere neutralizzati attraverso la marinatura, un vero asso nella manica, che secondo i ricercatori americani è in grado di abbattere le sostanze cancerogene contenute nella carne fino al 99% (!). La dottoressa Michelle Schoffro Cook, esperta di medicina naturale di fama internazionale, sia per la carne rossa che per il pollame consiglia di effettuare una marinatura a base di olio extravergine d’oliva e succo di limone, a cui aggiungere spezie ed erbe aromatiche benefiche, ricche di antiossidanti. Questi ingredienti, oltre ad insaporire la carne, creano una vera e propria barriera protettiva contro HCA e PAH, che può essere ulteriormente rinforzata con eventuali aggiunte durante e dopo la cottura.
